Incontro con Francesca Poglie
Prosegue il nostro ciclo di interviste con una voce che attraversa danza, cinema e pratiche curatoriali: Francesca Poglie, curatrice della sezione danza e di Moving Bodies – lo spazio dedicato alla screendance – del Lago Film Fest (Revine Lago, TV), nonché co-curatrice e fondatrice di lucia.
Oltre a condividere il suo sguardo su movimento e immagini in dialogo, Francesca ci introduce anche il nuovo programma di Moving Bodies, in arrivo il 19 e 20 luglio 2025.
In questa conversazione, con lei ci sono Davide De Lillis ed Elisa Frasson. Buona lettura!

Davide, Elisa: Com'è nato il tuo interesse per la screendance? C’è stato un momento preciso, un’opera o un’esperienza che ti ha fatto capire che danza e video potevano dialogare profondamente?
Francesca: In realtà, la prima opera che ho visto – che ha senza dubbio segnato il percorso dell’attuale screendance – è stata Evidentia un film concepito da Sylvie Guillem con Mats Ek e William Forsythe. Nella mia esperienza per la prima volta il punto di vista non era quello del pubblico di un teatro , bensì quello della macchina da presa. Ricordo i dettagli dei corpi, degli abiti, dei volti. Prospettive completamente nuove.
Origini di Moving Bodies
Davide, Elisa: Puoi raccontarci come è nato il progetto Moving Bodies?
Francesca: Moving Bodies è nato nel 2016, un anno dopo il progetto delle performance site-specific a Lago Film Fest, all’inizio come collaborazione. I nostri primi partner sono stati Coorpi (Torino) e Fiver (Logrono), che ci hanno proposto una loro selezione di opere. Il progetto danza, che include sia le performance live che la screendance, è inserito all’interno di un festival di cinema, ed è proprio da quel contesto che è nata la mia intuizione: presentare cortometraggi a tema danza mi sembrava un’idea interessante e stimolante.
Davide, Elisa: Che tipo di visione volevi proporre con Moving Bodies? In che modo il progetto riflette le tue concezioni di danza e corpo, e le loro relazioni con il video?
Francesca: Nel tempo, l’intero progetto danza ha subito un'evoluzione e con esso anche Moving Bodies: da collaborazione è diventato concorso, poi si è trasformato in osservatorio. La mia visione è sempre stata quella di coniugare l’eccellenza cinematografica con l’eccellenza coreografica e interpretativa. All’inizio ero estremamente attratta dalla danza in sé – e lo sono tuttora – dai performer, dalla qualità del loro movimento e della loro interpretazione. Con il tempo, però, la mia attenzione si è spostata anche verso le evocazioni poetiche ed estetiche: la cinematografia, la fotografia, il set, la musica, i costumi. Credo che da quel momento sia iniziata la mia evoluzione come curatrice.
Davide, Elisa: Cosa ti ha spinto a trasformare quell’idea in un progetto reale?
E qual è stato il primo passo concreto che hai compiuto per renderla possibile?
Francesca: È stata un’intuizione nata una delle prime sere in cui mi hanno portato a Lago Film Fest, come semplice spettatrice. Ho sempre pensato alla danza, in ogni situazione – lo faccio tuttora, la sogno spesso anche di notte. Immaginate arrivare in uno splendido borgo con luci color ambra, animato ma silenzioso, affacciato sul lago... Una settimana dopo quella sera, sono tornata per proporre personalmente una performance in collaborazione con quattro amici: due suonavano musica elettronica, due si occupavano delle videoproiezioni. L’abbiamo realizzata sullo storico pontile. Da quel momento ho pensato che sarebbe stato bello avere tanti danzatori che portassero i loro lavori. Ho scritto qualche idea su post-it disordinati e l’ho inviata all’organizzazione. Il resto è storia. Aggiungo che otto-nove anni fa non si parlava ancora molto né di performance site-specific, né tantomeno di screendance. Il desiderio che mi ha sempre mosso è quello di creare ponti fra gli artisti, dialoghi e incontri e usare l’arte come mezzo per realizzarlo.
Davide, Elisa: Ci sono state collaborazioni chiave nella fase iniziale? Se sì, in che modo hanno influenzato lo sviluppo del progetto?
Francesca: Per Moving Bodies il nostro primo partner è stato Coorpi (Torino), che lo è tuttora e a cui sono profondamente grata. Poi sono arrivati Fiver (Logroño) Moovy Tanzfilm Festival, (Colonia) Choreoscope (Barcellona), Set.MeFree (Mestre) Milestone Film (New York) , All We Can Do Is Dance (Francia), Short Waves Festival, (Poznan) Dan.Sin.Fest (Sant Étienne), MUMVI (Città del Messico), fino ad arrivare a Cinedans (Amsterdam). Tutti loro hanno portato qualità, prestigio e fiducia al mio progetto.
Davide, Elisa: Hai trovato facilmente alleati e supporto per realizzarlo? Chi ha creduto in te e nel progetto nei primi momenti? E oggi?
Francesca: Senza Carlo Migotto e Viviana Carlet, i fondatori di Lago Film Fest, oggi non saremmo qui a parlarne. Ieri, oggi e domani, a loro sarò per sempre grata. Accanto a loro, ovviamente, tutti i direttori artistici che si sono susseguiti negli anni: Alessandro Da Re, Morena Faverin, Mirta Ursula Garimboldi, e da quest’anno Federica Pugliese e Silvia Carobbio. E poi Anna Zerbaro, che all’inizio curava le residenze artistiche, e il mio caro amico e collega Nicola Lunardelli. E Matteo, che ha la capacità di mettere insieme tutti i miei pezzettini. A tutti loro rivolgo un profondo inchino, come a teatro.

Davide, Elisa: Come si è evoluto Moving Bodies nel tempo?
Francesca: Moving Bodies è nato come presentazione di film provenienti da altri festival; poi è diventato concorso, e oggi è approdato a essere osservatorio che intende offrire uno sguardo privilegiato su come la danza si intrecci con altre discipline artistiche, esplorando la sua funzione sociale, educativa e il suo impatto su espressioni come la musica, il teatro e le arti visive. In generale, si propone come luogo di scambio, incontro e ricerca, dove la danza dialoga e interagisce profondamente con le altre forme artistiche.
Davide, Elisa: Qual è la missione di Moving Bodies oggi? Cosa vuoi che il pubblico porti con sé dopo aver vissuto un’edizione del festival?
Francesca: Guardando al futuro, immaginiamo che il progetto continui a mantenere al suo interno la forza della coproduzione, l’idea di un laboratorio attivo e l’unione profonda tra tutte le discipline artistiche, facendo convergere ogni forma in un’interazione armoniosa. In questo modo, il progetto aspira a diventare una piccola Bauhaus della danza, un luogo di sperimentazione e innovazione dove le arti si intrecciano, si alimentano a vicenda e generano nuovi orizzonti creativi. Creando connessioni perpetue, usando l’arte come mezzo. Cosa auguro? Auguro ai nostri visitatori che, una volta alzatisi dalle sedie del nostro cinema e teatro all’aperto, tornando a casa alzino il volume della radio al massimo… e si mettano a ballare.
Davide, Elisa: Cosa sogni per il futuro di Moving Bodies? Hai un’immagine o un desiderio che ti guida nei prossimi passi?
Francesca: Costruire, decostruire, costruire...
In fin dei conti, una rosa è una rosa è una rosa, come diceva Gertrude Stein.
Siamo in movimento perpetuo. E più supporto da parte delle istituzioni, pressoché inesistente attualmente.
Piattaforma Lago
Davide, Elisa: Puoi illustrarci cos’è la piattaforma Lago? Quali sono i suoi obiettivi e le sue caratteristiche principali?
Francesca: Piattaforma Lago è un collettivo di ricerca, produzione e divulgazione di progetti artistici finalizzati all’attivazione di comunità periferiche. Piattaforma Lago genera benessere culturale e sociale grazie a processi di ascolto, rilettura e valorizzazione delle micro comunità internazionali. Moving Bodies si inserisce in questa piattaforma in sinergia spontanea.

Moving Bodies 2025
Davide, Elisa: Ci puoi dare qualche anticipazione sul prossimo programma di Moving Bodies? Quali artiste, temi o formati saranno protagonisti?
Francesca: Questa edizione, che avrà luogo dal 18 al 20 Luglio, si intitolerà Place to be, parlerà di spazi non come semplici strutture fisiche, ma come luoghi della memoria, dei sogni e delle emozioni. Ogni film presentato è un atto di creazione spaziale, una traduzione attraverso diversi linguaggi: dall’architettura al movimento alla musica. Lo spazio diventa così un elemento vivo, che plasma e viene plasmato da chi lo attraversa e lo osserva. Abbiamo attivato delle collaborazioni d’eccezione con Cinedans, Coorpi Lens e ARTE.
Davide, Elisa: Ci sono direzioni nuove o sperimentazioni in vista per questa edizione?
Francesca: Sì: quest’anno presentiamo un’installazione di un film meraviglioso di Laura Taler The Village Trilogy, per tutta la durata del Festival in una location all’interno del borgo.
Davide, Elisa: Che tipo di equilibrio hai trovato tra creatività, lavoro curatoriale e sostenibilità economica? Vivi di questo lavoro o hai bisogno di affiancare altre attività?
Francesca: Ho da sempre affiancato al lavoro di curatela altre attività legate alla danza: assistente, performer, docente. E’ quasi sempre stato così, oltre che per sostenibilità economica, anche per una mia propensione a essere curiosa e appassionata di molte cose contemporaneamente, esplorando terreni ibridi e la multidisciplinarietà. Solo il tempo mi è tiranno, ma ho sviluppato un mio metodo personale per sfidarlo. Ma questo ve lo racconto la prossima volta!
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Lago Film Fest è nato nel 2005 nella suggestiva località lacustre di Revine Lago, è un festival indipendente di cinema di ricerca. Un festival che mette a fuoco il futuro del cinema attraverso la lente d’ingrandimento sul cortometraggio. 9 giorni di film, di registi del futuro e del presente, di contaminazioni artistiche, di incontri e proposte che pensano l’arte cinematografica come un territorio in continua evoluzione. Un’esperienza di festival unica nel suo genere, sospesa nel tempo, che non si può capire completamente se non vivendola di persona.
https://www.lagofest.org/lago-dance/
https://www.lagofest.org/programma/
Francesca Poglie. Laureata in Lingue e Letterature Orientali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha lavorato come danzatrice per: Emanuele Soavi Incompany, Spellbound Dance Company, Staatstheater Darmstadt, collaborando inoltre con Biennale di Venezia, Theater Duisburg, Opera di Colonia, Teatro Malibran – La Fenice, Pfalzbau Ludwighafen, Alte Feuerwache di Colonia, Aachen Festival, Theater an der Rott, Bregenzer Festspiele. Ha lavorato inoltre per i coreografi: Susanne Linke, Johan Kresnik (ruolo principale nello spettacolo Ulrike Meinhof), Didy Veldman, Richard Siegel, Ron Howell e Graham Vick.
Per Emanuele Soavi ha ricoperto anche il ruolo di assistente alla produzione per Paradisus. Ha lavorato come coreografa nel progetto Recorder Rewrite, presso il padiglione di Singapore alla Biennale Arte 2019, in collaborazione con l’artista Song-Ming Ang. È curatrice della sezione danza Lago Dance all’interno del Lago Film Fest – Festival Internazionale di Cinema. Dal 2020 collabora con la coreografa Roberta Pisu come performer e assistente e il coreografo Giovanni Napoli.
https://www.instagram.com/francesca.poglie/
English version by the editorial team:
Our interview series continues with a voice that moves across dance, cinema, and curatorial practices: Francesca Poglie, curator of the dance section and of Moving Bodies—the space dedicated to screendance—at Lago Film Fest (Revine Lago, TV), as well as co-curator and founder of lucia.
Alongside sharing her perspective on the dialogue between movement and image, Francesca also introduces us to the new Moving Bodies program, coming up on July 19–20, 2025.
In this conversation, she is joined by Davide De Lillis and Elisa Frasson. Enjoy the read!
Davide, Elisa: How did your interest in screendance begin? Was there a specific moment, a work or experience, that made you realize dance and video could engage in deep dialogue?
Francesca: The first piece I ever saw - which undoubtedly marked the path of screendance - was Evidentia, a film conceived by Sylvie Guillem with Mats Ek and William Forsythe. It was the first time in my experience where the perspective wasn’t that of a theater audience, but of the camera itself. I remember the details of the bodies, the clothes, the faces. Completely new perspectives.
The Origins of Moving Bodies
Davide, Elisa: Can you tell us how the Moving Bodies project was born?
Francesca: Moving Bodies was created in 2016, a year after the site-specific performance project at Lago Film Fest, initially as a collaboration. Our first partners were Coorpi (Turin) and Fiver (Logroño), who proposed a selection of their works. The dance project, which includes both live performances and screendance, is embedded within a film festival, and it was precisely in that context that I had the intuition: presenting short films themed around dance seemed like an interesting and stimulating idea.
Davide, Elisa: What kind of vision did you want to offer with Moving Bodies? How does the project reflect your ideas about dance and the body, and their relationship to video?
Francesca: Over time, the whole dance project has evolved—and so has Moving Bodies: from a collaboration, it became a competition, and then turned into an observatory. My vision has always been to combine cinematic excellence with choreographic and interpretative excellence. At first, I was deeply drawn to dance itself—and still am—to performers, to the quality of their movement and interpretation. But over time, my attention also shifted toward poetic and aesthetic evocations: the cinematography, the photography, the set design, the music, the costumes. I think that’s when my curatorial approach began to evolve.
Davide, Elisa: What drove you to turn that idea into a real project? What was the first concrete step you took to make it happen?
Francesca: It was an intuition that came to me one of the first evenings I was taken to Lago Film Fest, just as a spectator. I've always thought about dance, in any situation—I still do; I even dream about it at night. Imagine arriving in a beautiful village lit in amber tones, lively yet quiet, overlooking the lake… A week after that night, I came back to propose a performance with four friends: two played electronic music, and two handled video projections. We performed on the historic pier. From that moment on, I thought it would be beautiful to host many dancers and their work. I scribbled some ideas on messy post-its and sent them to the organization. The rest is history. I’d add that eight or nine years ago, there was very little talk of site-specific performance, let alone screendance. The desire that has always driven me is to build bridges between artists, to create dialogues and encounters, and to use art as a vehicle to make that happen.
Davide, Elisa: Were there any key collaborations in the early stages? If so, how did they shape the development of the project?
Francesca: For Moving Bodies, our first partner was Coorpi (Turin), who still is, and to whom I’m deeply grateful. Then came Fiver (Logroño), Moovy Tanzfilm Festival (Cologne), Choreoscope (Barcelona), Set.MeFree (Mestre), Milestone Film (New York), All We Can Do Is Dance (France), Short Waves Festival (Poznan), Dan.Sin.Fest (Saint Étienne), MUMVI (Mexico City), all the way to Cinedans (Amsterdam). They all brought quality, prestige, and trust to the project.
Davide, Elisa: Did you easily find allies and support to bring it to life? Who believed in you and the project in the beginning? And today?
Francesca: Without Carlo Migotto and Viviana Carlet, the founders of Lago Film Fest, we wouldn’t be here talking. Yesterday, today, and tomorrow—I’ll always be grateful to them. Alongside them, of course, all the artistic directors over the years: Alessandro Da Re, Morena Faverin, Mirta Ursula Garimboldi, and starting this year, Federica Pugliese and Silvia Carobbio. Then Anna Zerbaro, who initially curated the artistic residencies, and my dear friend and colleague Nicola Lunardelli. And Matteo, who has the ability to piece together all my scattered fragments. I bow deeply to them all - as in the theatre.
Davide, Elisa: How has Moving Bodies evolved over time?
Francesca: Moving Bodies began as a showcase of films from other festivals; then it became a competition, and today it has evolved into an observatory aiming to offer a privileged perspective on how dance intertwines with other artistic disciplines -exploring its social and educational functions, and its impact on expressions like music, theater, and the visual arts. Overall, it proposes itself as a space for exchange, encounter, and research - where dance deeply interacts and dialogues with other artistic forms.
Davide, Elisa: What is the mission of Moving Bodies today? What do you hope the audience takes away from a festival edition?
Francesca: Looking to the future, we imagine the project will continue to maintain the strength of co-production, the idea of an active laboratory, and a deep union between all artistic disciplines - bringing every form into harmonious interaction. In this way, the project aspires to become a small Bauhaus of dance - a place of experimentation and innovation where the arts intertwine, feed each other, and generate new creative horizons. Creating endless connections, using art as a tool. What do I wish for? That after sitting in the open-air cinema or theater, our visitors go home, turn up the radio to full volume... and start dancing.
Davide, Elisa: What do you dream of for the future of Moving Bodies? Is there an image or desire guiding your next steps?
Francesca: To build, deconstruct, rebuild… In the end, a rose is a rose is a rose, as Gertrude Stein said. We’re in perpetual motion. And I wish for more institutional support, which is currently almost nonexistent.
Lago Platform
Davide, Elisa: Can you tell us about the Lago platform? What are its goals and main features?
Francesca: Piattaforma Lago is a collective for research, production, and dissemination of artistic projects aimed at activating peripheral communities. It fosters cultural and social well-being through processes of listening, reinterpretation, and enhancement of international micro-communities. Moving Bodies naturally fits within this platform through spontaneous synergy.
Moving Bodies 2025
Davide, Elisa: Can you share a sneak peek of the upcoming Moving Bodies program? Which artists, themes, or formats will be featured?
Francesca: This edition, taking place July 18–20, is titled Place to Be. It explores spaces not as mere physical structures, but as places of memory, dreams, and emotions. Every film is an act of spatial creation - a translation through different languages: architecture, movement, music. Space becomes a living element, shaped by and shaping those who experience and observe it. We’ve activated collaborations with Cinedans, Coorpi Lens, and ARTE.
Davide, Elisa: Are there new directions or experimental elements planned for this edition?
Francesca: Yes - this year we’re presenting an installation of a beautiful film by Laura Taler, The Village Trilogy, shown throughout the Festival in a venue within the village.
Davide, Elisa: What kind of balance have you found between creativity, curatorial work, and financial sustainability? Do you make a living from this, or do you also need to take on other roles?
Francesca: I’ve always combined curatorial work with other dance-related activities: assistant, performer, teacher. It’s almost always been that way - not only for financial sustainability but also because I’m naturally curious and passionate about many things at once, exploring hybrid fields and multidisciplinarity. Only time is my enemy, but I’ve developed my own personal method to challenge it. But I’ll tell you about that next time!
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Lago Film Fest, founded in 2005 in the evocative lake town of Revine Lago, is an independent festival of experimental cinema. It focuses on the future of film through the lens of short cinema. Nine days of films, emerging and established filmmakers, artistic cross-contaminations, encounters, and offerings that see cinema as a continuously evolving art form. A truly unique festival experience, suspended in time, that can only be fully understood by living it in person.
https://www.lagofest.org/lago-dance/
https://www.lagofest.org/programma/
Francesca Poglie holds a degree in Oriental Languages and Literature from Ca’ Foscari University in Venice. She has worked as a dancer for: Emanuele Soavi Incompany, Spellbound Dance Company, Staatstheater Darmstadt, and has collaborated with La Biennale di Venezia, Theater Duisburg, Cologne Opera, Teatro Malibran – La Fenice, Pfalzbau Ludwigshafen, Alte Feuerwache Cologne, Aachen Festival, Theater an der Rott, and Bregenzer Festspiele. She has also worked with choreographers such as Susanne Linke, Johan Kresnik (lead role in Ulrike Meinhof), Didy Veldman, Richard Siegel, Ron Howell, and Graham Vick. For Emanuele Soavi, she also served as production assistant for Paradisus. She worked as choreographer on the project Recorder Rewrite at the Singapore Pavilion for the 2019 Venice Art Biennale, in collaboration with artist Song-Ming Ang. She curates the Lago Dance section of Lago Film Fest – International Film Festival. Since 2020, she has collaborated with choreographer Roberta Pisu as a performer and assistant, and with choreographer Giovanni Napoli.